|
Il
vizio assurdo Qui si va a finire dritti allo sfascio Il vizio assurdo della
politica italiana da oramai più di vent’anni a questa parte è la convinzione,
fasulla, che fatta la legge elettorale, sono risolti i problemi del Paese.
Dispiace, ma anche Matteo Renzi che pure ha mostrato di avere un passo
diverso di buona parte della vecchia politica, sembra essere stato
risucchiato dalla medesima palude. Il premier alla direzione del suo partito,
ha detto che sì, servono le riforme al Paese, ma prima di tutte viene quella
elettorale, con tanto di code polemiche sulle preferenze e le liste bloccate.
Visto che la legge elettorale non entrerebbe in vigore
prima del 2016 e che comunque non si vorrebbe votare prima del 2018,
l’impressione immediata, non ci se ne voglia, è che stiamo buttando altro
tempo inutilmente. Eppure la questione è semplice: la legge elettorale
indirizza l’assetto istituzionale del Paese. Tanto è vero che si pretende di
eleggere direttamente il governo ed il pemier fornendo loro un premio di
maggioranza a prova di bomba ed allora si comprende il perché tutta questa
battaglia sulle liste bloccate. Bisogna non solo che uno stesso partito sia
in grado di governare praticamente da solo il Paese, ma anche che i suoi
esponenti siano assolutamente fidati, come i solo i nominati, forse possono
esserlo. Non che questo assunto ci sollevi tristi ricordi, ma, sommessamente,
facciamo notare un problema che le crisi dei governi passati come quella che
potrebbe ancora riguardare il governo attuale, non dipendono più tanto da
incomprensioni fra i diversi soggetti della coalizione, ma di scontri a
coltello consumati nel medesimo partito. Il Pdl ha avuto una crisi fra i suoi
fondatori, cioè Fini e Berlusconi, quando il Pd ne sta avendo una analoga fra Renzi e la vecchia dirigenza. Il simbolo è
diventato Cofferati, che non è minacciato di venir
cacciato come Fini e più semplicemente, preferisce andarsene. Mai venisse il dubbio di rinvenire nell’ansia maggioritaria
del bipartitismo una qialche forzatura inaccettabile per tradizioni e
apparati politici incomatibili. Per chi dispone di una
qualche senso storico non ha alcun senso pensare che gli eredi di
Sturzo e quelli di Togliatti possano far parte di uno stesso partito, così
come altrettanto folle sarebbe ritenere che gli amici di Craxi avrebbero
potuto trovarsi beni insieme ai discepoli di Almirante, Invece, incredibile a
dirsi è quello che successo. E questo non è nemmeno il peggio. Il peggio è
che la legge elettorale viene poi giudicata
incostituzionale dalla Consulta, e nessuno se ne preoccupa, tanto le riforme
costituzionali, devono seguire e non, come è sempre stato nella vita
democratica delle repubbliche contemporanee, precedere. La disarticolazione
mostratasi nella direzione del Pd, è la stessa disarticolazione della
politica italiana a cui non ci si è mai preoccupati
di porre rimedio. Così, invece di prendere di petto il debito pubblico, i
tagli alla spesa, un piano di sviluppo per il paese, il grande scontro
politico si consuma sulle preferenze, o sui segreti accordi per l’elezione
del capo dello Stato, stretti fra Renzi e Berlusconi. Vai a stupirti se tutto
dovesse crollare. Roma, 20 gennaio 2015 |
|